Ieri festa di paese. Il nostro, solitamente snobbato per la più suggestiva riva del lago. Tendone, tavoli da birreria, fritto e salamelle, sound-checK della band di cover al momento preciso della cena, zanzare e bambini liberi nel parco a giocare. Il solito, ma come sempre piacevole, un tentativo di estate colto al balzo in questo piovoso giugno.
Stiamo per andare, ma per curiosità ci mettiamo sotto il palco per l'inizio del concerto. Patasgnaffo arriva, palleggiando a ritmo di musica. Il sequestro del pallone è immediato. Lui si blocca un attimo offeso, si gira....e comincia a ballare. A ballare come non l'avevo mai visto (e una certa attitudine l'ha sempre dimostrata). Spalle ondeggiati, braccia roteanti, piedi che si incrociano in strutturatissimi schemi, e soprattutto fulminee calate a terra per volteggiare le gambe tra le braccia come neanche il più ritmato ragno o il più consumato break dancer. Da dove salti fuori tutta questa cultura tersicorea...un mistero. Tutti allibiti. Un'allegria mista a stupore più che contagiosa. Patamà con le lacrime agli occhi, davvero, per le risate....e la commozione.
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