Quando l'abbiamo fatta imbiancare il giovanotto camminava da poco, io avevo i piedi immersi nell'acqua del mare e l'imbianchino preoccupato mi chiedeva se fossi davvero convinta dei colori che avevo scelto.
La casa così venne chiamata casa gialla, perché quel giallo che riempiva le pareti e persino l'aria era davvero...importante.
Ma io lo amavo molto, l'ho sposato con colori accesi e mi sono immersa in un mondo in technicolor.
Con il passare degli anni ho iniziato a sentire il peso di tutti quei colori con la C maiuscola, la casa si riempiva di bambini e giocattoli che saturavano l'aria già per sé.
E cos' il divano e la libreria sono diventati bianchi, e il tappeto verde prato.
L'anno successivo è stato il turno di tavolo, cornici, lampade e accessori sparsi qua e là, qualcosa diventava bianco, qualcosa si uniformava in varie sfumature d'azzurro. Dipingevo in preda a un furore terapeutico ed era quasi pericoloso starmi accanto. Il colore come terapia a un dolore che era solo il prodromo di un brutto autunno. Le pareti continuavano a essere gialle, come un sole sullo sfondo.
sedia cijecam original! |
Quest'anno stavo bene, sono stata bene, è stato bellissimo e ho letto anche un sacco di libri spaparanzata sul mio divano ancora bianco (super poteri dei copridivano). Avevo però un' altro tipo di dolore da curare, quello provocato dall'imbianchino che avrebbe dovuto togliere anche quel giallo dalle pareti, lasciandomi annegare in un mare di latte. Ma a Luglio, quando avrebbe dovuto venire, il nulla.
E così per la prima volta in dieci anni quel giallo ha iniziato a pesarmi un po' e l'unica soluzione che ho trovato è stata quella di imbiancare i mobili della cucina.
Di notte, perché lo dite voi a Patagnoma di non toccare visto che la vernice è fresca o che non può correre per casa con un pennello pieno di vernice in mano?
Oggi comunque l'imbianchino e venuto......