Il desiderio di avere dei cloni penso di averlo sempre avuto.
Da piccola per mandarne una a mangiare al posto mio. Una che facesse il bagno (o meglio che ne uscisse mentre io me ne sguazzavo ancora al calduccio). Piu' avanti ne avrei voluta una che facesse i miei compiti, quantomeno quelli di matematica, e andasse a scuola in quei giorni da strappare dalla Smemo.
E poi quella che andasse al lavoro, pulisse la casa, facesse la spesa, leggesse un libro, dipingesse una sedia, facesse dei figli, andasse in vacanza. prendesse un aperitivo, avesse mal di testa, lavorasse a maglia, uscisse con le amiche.....potrei andare avanti all'infinito, perche' la vita e' piena di cose meravigliose che vorresti fare tutte insieme e di cose meno belle che comunque ti tocca fare.
Adesso poi ho avuto la bella pensata di fare tre figli, senza pero' risolvere prima la questione dei cloni.
E anche se adoro averli tutti e tre insieme, che ridono, piangono, cantano, urlano, e mi incanto a guardare quello stesso filo che li unisce, quella rotondita' della guancia, quello sguardo un po' truce, quel biondo che si sfuma uno nell'altro, a volte mi sembra di non farcela, di non essere abbastanza per ognuno di loro.
E se con Patagnoma vivo ancora in semisimbiosi, se dove finisce la mia mano spesso c'e' la sua, piccola e morbida, e con Patasgnaffa ho un pomeriggio da passare insieme per portarla a far circo dall'altra parte del Lago, Patasgurzo, un poco ruvido, un poco tenero, un poco sorridente, un poco malmostoso, un poco bambino, un poco ragazzino e' quello che mi sfugge di piu'. Ed e' quello che in questo periodo, pronto com'e' ormai al grande salto, in realta' ha piu' bisogno della mamma, tentennando tra il crescere e l'accoccolarsi tra calde braccia.
Allora ho deciso, visto che di cloni ancora in giro non ce ne sono, di prendermi un pomeriggio ogni tanto da passare sola con lui.
E cosi' ieri ha bigiato il pomeriggio, e gia' per questo mi ama un po' di piu', e siamo andati a farci un giro in citta'....in una giornata non proprio ideale. Ma Milano, lucida e fradicia ci ha comunque premiato, le macchine si affollavano per le strade, ma senza quella nevrosi da pioggia che spesso si scatena. I tram passavano veloci e non troppo pieni. L'acqua cadeva abbondante, ma non troppo gelida.
Siamo stati a vedere Picasso, e non abbiamo fatto neanche la coda. All'inizio voleva solo vedere ritratti "in cui si vedessero le persone davvero" ma poi si e' appassionato al gioco "io qui cosa ci vedo" e, per la miseria, non ne ha sbagliato uno!
Seduto per terra, indifferente ai piedi che gli stavano attorno ha anche schizzato un paio di quadri.
Poi siamo andati da Olivia, la sua prima amica, quella con cui chiaccherava attraverso il liquido aminotico, e abbiamo aspettato che ci portassero del cibo messicano, che desiderava provare ormai da mesi (ovviamente quello preparato da me non valeva).
Dopo cena abbiamo fatto la stessa strada percorsa mille volte nei suoi primi tre anni di vita, quando ancora era l'unico patasgnaffo per casa. Quando andava a giocare dalla piccola Olly e visto che c'era mangiava, si faceva il bagno e si faceva prestare un pigiama. E cosi' spingevo un passeggino con un bambino (teoricamente) pronto per andare a nanna.
Ieri invece ho seguito un ragazzino in jeans che boffonchiava di goal e autogoal....ed e' stato comunque bellissimo.