venerdì 25 ottobre 2013

LO ZIO ANDREA

Lo Zioandrea è un collega di patapà. Come molti altri un anno fa era dovuto andare via, ma prima di quest'estate è tornato. E visto che lui e Patapà sono pappa e ciccia, gli abbiamo offerto la possibilità di vivere in una casetta che abbiamo in fondo al giardino.
Un colpo basso per la verità, perché la casetta era piena di cianfrusaglie, ma lui meticolosamente l' ha svuotata. Ora abbiamo il garage che scoppia, ma prima che venga una di quelle trasmissioni sull'accumulo compulsivo a filmarmi, giuro di sistemarlo.
Un colpo basso perché la casetta era molto carina, con il sofitto, ma senza cucina. Tu ci potevi dormire dentro, ma sistemando il pavimento. Tu ci potevi fare pipì, ma di certo la doccia non lì.
Ma lo Zioandrea, pezzo dopo pezzo la sta sistemando.
Ora c'è uno sgargiante pavimento blu, che sta benissimo con la cartadaparati. La cartadaparati l'avevo messa io quando la casetta era ancora una specie di sgabuzzino, perché è assodato che soffro di qualche strana malattia che mi spinge a decorare qualsiasi cosa. Ho anche appeso dei quadri in garage, per dire.


Il bagnetto è sempre un po' sgarruppato, ma ora ti ci puoi fare la doccia.
Tra poco ci sarà una cucina, mancano solo i fornelli, e soprattutto ci sono i caloriferi, perché, anche se lo Zioandrea fa il duro, qui d'inverno fa piuttosto freschino.
E quindi la patafamiglia, da qualche mese si è allargata, e ora seduti a tavola quasi sempre siamo in sei.


Quando lo Zioandrea non c'è i bambini si preoccupano. Ogni tanto si accorgono anche se mancano il papà o la mamma.

la foto è di repertorio, non ho ristretto Patagnoma con un lavaggio a 90° e non ho ancora fatto le decorazioni di Natale.
Non sono così matta.

Lo Zioandrea è molto carino, gli vogliamo bene per tante ragioni, ma soprattutto colma un sacco di lacune che ho nei confronti di Patapà.
Innanzitutto come il capofamiglia (siamo sicuri?) ama il vino. Insieme sono diventati sommelier e le bottiglie a tavola vengono stappate con più entusiasmo. A me non è che il vino non piaccia, ma un po' mi fa venire mal di testa (e ci mancano gli aiuti in quel senso), e un po' mi piace bere ignorante.
Poi ama il cibo e cucinare, tanto quanto Patapà. Passano le ore a pianificare menù, sfogliando libri di ricette, anche senza foto. Io sfoglio solo quelli assolutamente glamour e cucino solo se costretta.


Accompagna Patapà in sauna che a me scompare la pressione solo a nominarla. E prima lo porta a correre. Io non corro neanche se sto perdendo il treno. Sì anche adesso che corrono tutti.
Domani lo Zioandrea ha deciso di inaugurare la casa, cosa che io non avrei mai fatto, perché non è ancora finita, ma si sa che gli uomini sono gente strana.
Era giunto quindi il momento di presentarvelo. Lo Zioandrea.




sabato 5 ottobre 2013

MA I LAMA MANGIANO LE MELE?

In una domenica piovosa potresti sprofondare in un morbido divano a mangiare patatine, oppure lasciarti convincere da due strani individui franco-italiani, colorati, succosi e simpatici, a passare una giornata in fattoria per scoprire che:
Le mele crescono sugli alberi, fatti da corteccia, rami, foglie e gemme. Per guardarli si possono usare gli occhi, ma con la lente di ingrandimento è molto più divertente. E se si è molto bravi si vince un ferro di cavallo, che bisogna lasciare sporco, sì anche se c'è della cacca, ed appendere a testa in su. Però si può dipingere. La mamma commossa ringrazia.




Le mele sono rosse, verdi e gialle. Sembrano delle belle palle ma non lo sono, quindi non tirarle che si ammaccano subito. Le mele ammaccate però fanno una bella fine. Vengono messe in un grande catino, lavate per benino, poi frullate e centrifugate. Quel che ne uscirà sarà un succo così magico che se per caso hai il mal di gola di sicuro ti passerà nel giro di tre sorsi.




I lama si portano al guinzaglio, come dei cani. Ti sputano addosso, è vero, ma solo se sei un lama, quindi, in linea di massima non c'è problema.


Anche se il cielo è grigio, stare fuori è sempre bello, anche se le patatine sono buone non scordiamoci che in fondo sono patate. Si trovano nell'orto, scavando appena la terra, e sono buonissime anche bollite con un filo d'olio. L'olio è fatto con le olive. Crescono sugli alberi, si raccolgono in autunno, e vengono spremute per ottenere l'olio. Tutto quello che mangiamo, anche il più raffinato, tiene in memoria le sue origini naturali, ricordiamocelo, e cerchiamo di fare un passo indietro. E' buonissimo.



Anche la compagnia, non solo le mele, era ottima eh!