venerdì 26 aprile 2013

LE FOTO CHE NON HO FATTO


E così giovedì mi sono ritrovata senza l'iPhone. E contro ogni aspettativa ho respirato lo stesso. Mi sono connessa un poco tramite l'iPad, ma è un oggetto conteso da troppi in questa casa affollata.
Quindi mi sono lasciata andare con il mio piccolo termoforo vivente, ho galleggiato sul divano, con la mente libera e le mani che dovevano solo accarezzare.
Ho guardato gli altri due passare dal salotto, presi dalle loro vite. Da partite a pallone, abiti da principessa, partite di basket e giri in bicicletta.
Ho provato giusto un po' di sofferenza nel non aver potuto fotografare le nuove piante messe a dimora, con i fiori più tristi del giorno prima
e la terra scura smossa intorno a loro. Ho mancato la foto, presa dall'alto di una bambina in calzamaglie viola, canottiera bianca e corona fucsia che rincorreva un ombrello arancione a pois bianchi giù per il cortile.
Non ho immortalato una patata in pigiama a passeggio in un sentiero dietro casa, le ombre degli alberi, la strada grigia leggermente in curva e i fiori gialli ondeggianti sul ciglio.
Posso solo raccontarvi di quel bruco verde, sullo stelo verde di un fiore giallo. Dovete fidarvi delle mie parole per sapere che lo si notava solo perché i raggi del sole illuminavano in trasparenza il suo corpo cicciotto mente mettevano in luce la bianca peluria dello stelo.
Una foto però non potevo non farla, perché quando sono così teneri non si può proprio resistere.




MERCOLEDÌ

Mercoledì è stata una giornata impegnativa.
Ho corso in giro per commissioni tutta la mattina, ho preparato il pic nic per la sera, son corsa a prendere i bambini che Nonnami aveva nutrito e li ho portati a scuola per il rientro pomeridiano. E mi ci sono fermata anch'io a scuola, per far paciugare i bambini con colla "gelatina" e fili di lana perché sempre e solo sui libri non ci dovrebbero stare.
E poi, mannaggia, mi è scappata la pipì. E , mannaggia, a scuola ci sono le turche. Ho fatto male i calcoli e, mannaggia, l'iPhone mi è caduto là dove non vorresti mai mettere le mani, figuriamoci la tua vita 2.0.
E così sotto choc ho portato due bambini su tre dall'osteopata, dove ho scoperto che Patasgurzo ha una gamba più lunga dell'altra, tutto suo padre, che carino, e che dovrà dormire per tre mesi con una bottiglia di plastica attaccata al piede. Hemm...vi farò sapere.
La serata si è conclusa in bellezza con un bel febbrone di Patagnoma.
Ma in fondo è stata una bella giornata.
Perché la mattina ho comprato tanti fiori.



Perché c'era un sole che riempiva l'aria e ogni angolo.



Perché i bimbi a scuola ridevano ed erano sporchi e felici.



Perché le gambe si allungano.
Perché mi sono imbattuta in una festa di compleanno bellissima.
Perché nel paesello dove non c'è nulla c'è un uomo che salva gli iPhone.
Perché sono riuscita comunque a fare il primo pic nic serale della stagione in riva al lago.


(foto di Jillian)

Perché la vita se inizi a vederla in rosa forse poi non riesci più a smettere.





martedì 23 aprile 2013

TRE PATASGNAFFI SUL SOFA'




Ambarabá cicci patà
Tre patasgnaffi sul sofà
Che facevano un rumore
Da sembrare un gran trattore
Il trattore si spegnerà
Ambarabá cicci patà.



















....buona notte su morbidi cuscini...

mercoledì 17 aprile 2013

TOTAL PINK

Il rosa da piccola mi piaceva un sacco. Ma va? E mi è piaciuto ad oltranza, fino a che non si è impantanato nel politicamente scorretto, declassato a stucchevolmente mieloso, soffocato nel total black dei sedici anni.


Piano piano piano i colori sono riemersi uno ad uno, come gnocchi che vengono a galla (che immagine sublime), ma il rosa restava un po' sotto, appesantito dalle sue ingombranti etichette.
La maturità e l'enorme saggezza che reca con sè, altrimenti detta "machissenefrega" stavano per ridonarmi nuvole rosa, quando lei, Patasgnaffa, ha compiuto tre anni. E allora il rosa è diventato imperativo e necessario, riaffondando velocemente nella melma del nauseante.
Ma adesso son di nuovo libera, il rosa non è più l'unica esigenza della mia principessa ed è ancora incognito dalla piccola gnoma.



E così mi son comprata magliette e pantaloni, ci ho dipinto un bagno e rivestito una poltrona.
Gomitoli di lana rosa si sono fatti spazio nel cesto dei lavori, ed ultimamente hanno preso il sopravvento.
Ma in questo la mia colpa è relativa, posso dividerla con le FunkyMamas che con il loro ICE CREAM TEAM, un diabolico piano segreto per cambiare il mondo a colpi di palline gelato, mi hanno coinvolta nella vestizione di Faenza, con pezze lavorate esclusivamente in tutte le tonalità del rosa.
Se volete partecipare seguite le istruzioni che trovate qui, ma io vi avviso, è un colore che dà dipendenza; una volta indossati gli occhiali rosa, niente sarà come prima e tutto diventerà possibile...ah, la vie en rose!


martedì 16 aprile 2013

GIOCO DA TAVOLO


Oltre la citta' dei sapori, nel bosco delle sedie colorate, c'e' una casetta bianca dal tetto rosso.
Le rondini in volo ci si posano stanche e un pigro fumo si alza verso il cielo.



 Alle finestre occhieggiano fiori, sornione sonnecchia il gatto blu, mentre il giallo gufo passa a salutare.







La bella fatina dai capelli d'oro e' qui che vive, in compagnia di una gnoma e di un biondo cavaliere.





Talvolta, al par di una furia, arriva la strega cattiva che, con un sol gesto della mano, smantella la bianca casetta.
Ma pronta la fata allestisce una tavola imbandita e la strega, rabbonita da meravigliosi manicaretti, ricostruisce tosto la bianca casetta.




*con questo progetto avevo partecipato a un concorso di Casa Facile a luglio! Nel frattempo i bambini ci hanno goicato, alternado alla casa il pig pong e concedendoci talvolta di usare il tavolo per pranzare.
Ci ho messo una vita a pubblicare questo post, non definitemi lenta, che i lenti potrebbero offendersi.
In realta' l'ho fatto apposta, cosi' potete constatare quanto siano cresciuti i patasgnaffi!

venerdì 5 aprile 2013

DUE

Due, già due.
Due anni fa la primavera era già arrivata, come un fulmine, così veloce che in una settimana era già estate.
Gli alberi erano spogli e quando sono uscita dall'ospedale con te tra le braccia erano già vestiti, di verde tenero, rosa cangiante e bianco latte.
Il giardino era pronto a darti il benvenuto, pieno di fiori.
L'aria era dolce come il tuo respiro.
Ieri faceva freddo e pioveva, come fa ormai da tempo interminabile.
Gli alberi sono ancora spogli, solo qualche coraggiosa pallida gemma fa capolino. Pochi impazienti cespugli gialli colorano le siepi.
Ma tu ieri hai compiuto due anni e della primavera, quando ti guardo, non me ne frega niente.
Le tua guance rosa fanno impallidire i fiori di pesco, le tue ciccette tonde e sode sono come gemme pronte a sbocciare. La tua risata, ribalta ogni umor nero, come un vento tiepido che porta canti di uccelli.
Sei il mio mattino fresco, il mio pomeriggio sonnolento, la mia notte profumata. Sei la mia primavera e ti amo tanto mia piccola bebè .

lunedì 1 aprile 2013

PASQUA BASSA


Abbiamo preso, e sotto un cielo plumbeo siamo scivolati verso Firenze.
Le previsioni erano pessime, ma noi tanto andavamo a trovare amici. Quegli amici che non vedi mai, ma con cui ti ritrovi subito, anche perchè ti riempiono di buon cibo e non puoi non amarli.
Poi sicuramente la genetica c'entra molto con le relazioni interpersonali, infatti i nostri figli vanno sempre meravigliosamente d'accordo con i figli dei nostri amici....potrei provarlo scientificamente. A modo mio ovvio.
Abbiamo fatto un tentativo di visita turistica, ma c'era troppa gente, troppe messe, troppe code, quindi ci siamo accontentati di una lenta passeggiata tra le vie del centro. E siamo stati anche baciati da un fugace raggio di sole.


Poi abbiamo mangiato ancora, ci siamo spezzati in gruppetti, c'era chi dormiva, chi giocava e chi andava al museo del calcio...lascio a voi immaginare l'insiemistica della cosa.
Abbiamo visto altri amici che costudiscono un piccolo segreto, e Patasgnaffa se ne è uscita una sera. Per andare a ballare. In discoteca. Ommioddio.
La mattina del sabato ci ha accolti ancora più carica d'acqua, più una promessa non mantenuta che una realtà. Abbiamo fatto un giro per le colline, abbiamo incontrato altri amici, siam gente socievole, e abbiamo pranzato su un galeone misteriosamente arenato tra gli ulivi.
E sotto un cielo che finalmente liberava tutta l'acqua del mondo siamo andati dal Nonnoro in campagna.


Qui ho dismesso le vesti di mamma per indossare la pelliccia di coniglio. Le orecchie questa volta però le ho fatte indossare ai bambini, che drogati di cioccolato non se ne sono neanche accorti.
La sveglia all'alba è stata scioccante anche perchè ci si era messo in mezzo il cambio dell'ora e non capivo più nulla. Il prato era zuppo, le foglie gelate e c'era pochissimo verde in cui nascondere le uova, maledetta Pasqua bassa.


Ma anche quest'anno i bambini si sono divertiti un sacco e il sole ci è venuto a salutare. tanto che ho deciso di rivalutare il miracolo della Pasqua perchè quest'anno l'ho visto con i miei occhi, era giallo e caldo....lo scrivo così noi tutti, da sotto i nostri ombrelli, possiamo farne memoria.


Siamo riusciti a stare fuori tutto il giorno. e la sera le mani erano luride, le gote rosse e i corpi sfatti.
Una meraviglia





Il lunedì ha ricominciato a piovere e ci siamo rimessi in cammino, verso casa, con tappa dalla NonnaFi.
Io sono riuscita ad andare al cinema con i due grandi, a riempirmi gli occhi di colore e magia, stretta avvinghiata a Patasgurzo che non so fino a quando mi permetterà di farlo.
Sorrido ancora adesso.
E voi, avete passato una buona Pasqua?