Ho preso quello già iniziato per tenere quello grande per la sfilata di sabato, e così armati, di soli pezzi di carta e spogli di ogni travestimento siamo andati al parco. Che era pieno perché c'è una fame di sole e aria aperta che chissà quando si placherà.
Venerdì la scuola era chiusa ma Patasgnaffa se ne è andata al nido con Patagnoma. Due piccole squaw, perché l'asilo non c'era più, c'era però un accampamento con indiani e cowboy che al posto del calumet della pace si scambiavano polpette e trombette.
Sabato c'era un bel sole e già al mattino c'era qualcuno che si dava da fare per preparare la sfilata, tema scelto, le Olimpiadi.
A quanto pare tutti gli amici dei bambini andavano in un altro paese perché il nostro l'anno scorso non aveva organizzato niente. E anche se l'anno prima aveva portato in scena addirittura il carnevale di Rio, è bastato un anno per giocarsi la partecipazione non dico dei turisti, ma anche degli abitanti stessi.
Alla fine son stata più campanilista io, la straniera, perché mi spiaceva vedere qualcuno che lavorava per niente.
E comunque mi è andata decisamente bene perchè Patagnoma ha tirato subito fuori l' animo pavido e isterico che riserva alle situazioni fuori dal comune. Pensavo fosse cresciuta, ma probabilmente non abbastanza.
E così mi si è avvinghiata addosso e ha sussurrato come un mantra "casa" "casa". Visto che non c'era Patapà mi sembrava ingiusto portar via anche i grandi e così ci siamo defilate un po' e lei, pur rimanendo imbronciata, si è calmata un pochino. E io ho potuto anche fotografare il cigno in riva al lago, perché da madre degenere ma blogger, un pensiero al post mi è anche scappato pur nella situazione difficile.
Per mia fortuna però i ragazzi che avevano organizzato il carnevale avevano fatto un bel lavoro, quindi, grazie anche alla scarsa affluenza di gente, son riuscita a riportare Patagnoma sul pratone dov' erano stati organizzati dei giochi pseudo olimpici, del tipo: sollevamento pesci, tiro del gianduiotto, salto con il martello, sci da fondo...schiena...
Patasgnaffa si è subito iscritta e io l'ho subito persa di vista, Patasgurzo nel giro di tre secondi aveva già un pallone in mano e giocava a calcio, che d'altronde si sa, era anche lo sport praticato da Sandokan.
Patagnoma ha trovato di estremo gradimento l'area dedicata ai più piccoli, dove finalmente si è sciolta e ha cominciato a sorridere, per spingersi poi anche a gironzolare qua e là, anche per tifare la sorella.
Quindi alla fine l'abbiamo sfangata egregiamente, e abbiamo passato tutto il pomeriggio all'aria aperta.
Io la sera ero stravolta...di quella stanchezza che solo le prime giornate di sole dopo l'inverno ti danno.
Una stanchezza che è anche un sospiro di sollievo perchè per un altro anno i mesi più freddi e bui sono passati.
Sta volta però mi ha colto il sottile e amaro pensiero che un inverno in meno è anche un anno in meno, della mia vita e di loro bambini. Non ce n'è, sto decisamente invecchiando.
Lo dimostra anche il fatto che i coriandoli sono rimasti in garage, ancora!
Leggere delle vostre avventure è sempre un piacere.
RispondiEliminaOgni anno passato assieme è un'occasione per tutti per donarsi, crescere, imparare e arricchirsi. A volte però ho l'impressione che il tempo voli e ho paura di perdermi qualcosa. Quello che mi auguro è di riuscire a stargli dietro, non desiderare mai di fermarlo, ma riuscire a stare al suo passo (del tempo e del duenne).
il piccolo e grande cigno sono semplicemente meravigliosi!!!
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