lunedì 12 gennaio 2015

ZOO

Ci sono cose che sai essere sbagliate, ma che comunque poi finisci a fare.
Mi dispiace mangiare carne, ma ci ho provato a farne senza, e non ci sono riuscita. Vorrei resistere e non comprare abiti in grandi catene a basso costo, che chissà come e dove vengono prodotti, ma poi finisco a fare shopping sempre lì.
Gli animali in cattività mi fanno orrore, ma agli acquari e agli zoo alla fine non dico mai di no. Una volta io e Patapà siamo andati anche a vedere quello di Parigi e i Patasgnaffi ancora non c'erano. A nostra discolpa cercamo l'orto botanico, perchè le piante in cattività mi creano meno sensi di colpa.
L'acquario di Genova è una meta fissa delle nostre estati e quello di Lisbona ci ha preso il cuore. Lo zoo di Amsterdam è stato divertente, c'era anche un carretto con cui tirare in giro Patasgnaffa ancora piccola.
Vicino a casa abbiamo uno zoo safari ed eravamo riusciti a starne lontani per molti anni, l'ultima volta Patasgnaffa era solo una bebè e Patagnoma neanche una remota idea.
Ma ieri c'era un vento caldo che agitava i rami nudi degli alberi, un sole che ti faceva strizzare gli occhi, e le due fanciulle di casa forse meritavano di poter ricordare anche loro di aver visto un leone
E allora l'abbiamo rifatto, siamo andati a guardare gli animali, con la meraviglia che ci accompagna sempre, e quel retrogusto amaro di star assistendo a qualcosa di non proprio giusto.
Anche se devo dire che allo Zoo Safari di Varallo Pombia gli animali hanno un certo spazio, certo non paragonabile a quello che avrebbero in libertà, che sembra anche ben curato. Mi fa sempre impressione vedere bestie africane a queste latitudini e penso sempre che moriranno da un momento all'altro di freddo. Mi fa quasi più impressione che pensarle nel recinto.
Comunque gli sguardi felici e stupiti dei bambini mi fanno saltare sempre l'ostacolo, e  che cavolo, i grandi animali visti da vicino sono sempre belli.


Le giraffe che allungano davvero il collo per raggiungere i rami più alti, gli ippopotami che dormono affiancati mentre due uccellini gli becchettano intorno come nelle illustrazioni dei libri. I leoni che scaldano la chioma al sole mentre le mamme guardano due cuccioli arrotolarsi insieme sul prato.
La tigre che se ne sta su una roccia maestosa a scrutare l'orizzonte, ma che all'arrivo del trenino decide che forse se ne andrà a farsi un giretto. E per questo punta decisa verso la nostra macchina, facendo finire una Patagnoma sotto il sedile per la paura.


E' che a noi nel recinto delle tigri piace sempre avere un po' di paura, quando Patasgurzo era piccolo abbiamo anche provato il brivido di avventurarcici dentro con un' incerta quantità di benzina. La prima regola dello zoo è controllare di avere benzina sufficiente, ma noi siamo anarchici...e pirloni.
Comunque, per la cronaca, ce l'abbiamo fatta ad uscire anche quella volta, senza che un ranger dovesse calare da una delle torrette di guardia per prenderci a sberlone.


Alla fine del giro in macchina siamo andati a vedere i dinosauri, strano erano finti, che hanno terrorizzato Patagnoma più della tigre e abbiamo passeggiato fino a raggiungere il villaggio del far west, tutto chiuso e silenzioso come un vero villaggio fantasma. Anche il vento che arrotolava la polvere faceva pensare a Mezzogiorno di Fuoco. Le bambine hanno fatto un giro sui pony ed è stato davvero difficile portarle via. Potrei comprare una zebra e tenerla in giardino. La dimensione è più o meno quella dei Pony ma graficamente sono più accattivanti...


Ci sono anche un piccolo acquario e un rettilario, ma lì si che gli animali sono costretti e infelici, troppa tristezza, non ce l'abbiamo fatta a guardare.


Non ce l'abbiamo fatta anche ad affrontare il luna park in fondo allo zoo, ma quello si chiama spirito di sopravvivenza!
Alla fine del giro, nonostante abbia apprezzato molto le zebre, so cosa vorrei per il mio compleanno...



2 commenti:

  1. io l'apoteosi della tristezza l'ho provata alle Cornelle. Una roba che "mai più"

    Invece mi è piaciuta moltissimo l'oasi di sant'Alessio, vicino a Pavia. Perchè gli animali sono abbastanza autoctoni, e non sono in recinti, sono i percorsi dei visitatori ad essere recintati (di fatto i visitatori stanno in gabbia e gli animali liberi)

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