lunedì 18 luglio 2011

STAGIONI

La notte di Aprile del giorno in cui è nata Patagnoma, Patamà si è messa il cappotto ed è andata al piccolo ospedale sotto il castello.
Durante la settimana di degenza ha visto, sotto un terso cielo blu, riempirsi di fiori la collina di fronte. Ha visto medici, infermiere, puericultrici, ostetriche, parenti, visitatori, gente che non c'entrava niente, passare nei corridoi sempre più nudi e arrossati. Quando finalmente è uscita è stata avvolta da una morbida ondata di aria calda, gli occhi le si sono riempiti di verde e colori e il naso di profumo d'estate.
E ha pensato che non ci fossero proprio più le mezze stagioni.
Le ultime due settimane al mare sono passate piacevolmente tra nuvole passeggere, sprazzi di sole azzurro, ventate di caldo e aria frizzantina. La spiaggia era semi deserta, le sdraio chiuse e tal volta la prima fila spariva per lasciare spazio al mare che giocava ad alzare la voce.
Lungo la strada del ritorno il cielo si è incupito, i toni ingrigiti e una persistente pioggerella ha avvolto Zazà.
Il lago si è manifestato in un giunglesco tripudio di verde e amici hanno accolto gli ex marini per passare insieme un uggioso pomeriggio, intorno al tavolo, confortati dalla luce delle lampadine.
Patamà, dopo una notte passata a sentire il ticchettio della pioggia sulla sua testa si è alzata baldazosa e ha prontamente portato i Patasgnaffi a scuola. I cancelli erano chiusi e un signore gentile le ha spiegato che era metà luglio e l'estate era appena cominciata.
E ha pensato che le mezze stagioni esistono ancora....nei momenti sbagliati!

2 commenti:

  1. Ciao Gaia, ho scoperto solo ora il tuo blog, sono un po' tarda, non si era ancora capito? Eccomi tua nuova follower, i tuoi racconti sono davvero magici!a presto
    valentina

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